Il guardarsi dentro
Anni fa, era in voga una canzoncina intitolata w la gente, che recitava così: “ w la gente, la trovi ovunque tu vai, …………… da nord e da sud li vedevo arrivar………… quasi una gran festa fatta apposta per un re, ieri non ci badavo non so proprio perché..”
Mi è venuta in mente a causa di alcune riflessioni su cosa trovo quotidianamente nei social: un’infinita serie di inviti a crescere ed evolvere, a riconciliarci con il passato, con l’albero genealogico, con l’essere femmina, con le mestruazioni; a sintonizzarci con il nostro elemento dominante, a elaborare le ferite, superare i traumi, trovare il nostro baricentro, conoscerci a fondo.
Senz’altro tutto questo può essere di grandissimo aiuto per dei percorsi di crescita, ma io sono prima di tutto un’astrologa e uno degli insegnamenti dell’arte di Urania è che la parola chiave per la felicità è equilibrio.
Ci sono case, e spesso pianeti, sia sotto che sopra l’orizzonte, c’è il mezzogiorno e la mezzanotte, quindi c’è verità nel ripiego interiore che getta luce nell’oscurità dell’anima, ma c’è verità nel mezzogiorno caldo della vita sociale, dell’energia degli eventi, delle persone, delle opportunità.
Di certo, senza una saldezza interiore non si è pronti a cogliere i doni dell’universo; come il tao, consapevolezza personale e immersione nella vita esterna si nutrono a vicenda, lo devono fare.
Ammetto senza problemi che a mio avviso, l’invito all’autoanalisi è ormai ridondante, seppur proficuo, e non trovo altrettanto nell’invito a… vivere.
E se per un po’ la smettessimo di guardarci dentro a caccia del dolore e invece guardassimo fuori da noi? Alle persone, innanzitutto, fonte di delusione, spesso, ma anche unica fonte di informazioni, condivisioni e opportunità.
Il mondo, e perdonate la mia giovialità, è ovunque pieno di eroismo che non fa notizia, di amore che non si vede, di nobiltà. E le persone, ciascuna di loro è portatrice di un romanzo personale, che non invidia nulla alle opere letterarie, nel susseguirsi di colpi di scena, incontri, pensieri, e come disse Francesca Archibugi, le esperienze non le devi fare tutte , puoi anche leggerle. Nel nostro caso, leggere il romanzo virtuale di un’amico, un collega, un cliente, un amore, è esaltante e necessario.
Un eccesso di solipsismo, annienta quella meravigliosa dote che si chiama LEGGEREZZA, apprezzata da molte filosofie orientali come segno di saggezza.
Per tornare alla mia amata astrologia, lasciatemi dire che già agli albori della civiltà indicava nei punti cardinali il cammino della vita: l’ascendente siamo noi, con tutto ciò che dobbiamo conoscere e indagare; ma il discendente è il cammino verso l’altro, e l’uno non può esistere senza il suo opposto. Il fondo cielo è buio, familiare, antico, e invita alle emozioni e al ricordo; ma di fronte svetta il medio cielo, con la sua luce abbagliante della piena realizzazione di sé, nel mondo e per il mondo.
Tutti abbiamo sole che ci mette sotto i riflettori e plutone che ci invita a monitorare la psiche: ed è legge astrologica che noi esperienziamo tutto quello che abbiamo nel tema, perché è il viaggio in se stesso che alla fine ci rende evoluti e saggi.
Per cui, mi sia permesso invitare tutti a uscire e guardare la vita, le persone, la natura, a ragionare sugli eventi, a indagare possibilità; ricordandosi che il viaggio, con le persone, è sempre più bello, e che la felicità si trova anche fuori da noi, non solo dentro.